Zuppa cavolo nero porri 01

Zuppa al cavolo nero, porri e Casera Dop

Zuppa al cavolo nero con porri e formaggio Casera Dop della Valtellina. Una zuppa ideale per le fredde serate invernali dove si incontrano il sapore amarognolo del cavolo nero con il dolciastro dei porri. Il formaggio casera Dop gli dà poi un tocco di sapore in più.

Il cavolo nero, noto anche come kale o cavolo toscano, è una varietà di cavolo (appartenente alla famiglia delle Brassicaceae) molto apprezzata per le sue proprietà nutrizionali,
Il cavolo nero è originario della regione mediterranea, in particolare della Toscana, dove è un ingrediente tradizionale di molti piatti, come la ribollita.
Oggi è coltivato e consumato in tutto il mondo, soprattutto per il suo valore nutrizionale.

Il cavolo nero ha foglie lunghe, strette e di colore verde scuro, quasi bluastro, con una superficie bollosa o rugosa.
Il gusto è leggermente amarognolo e terroso, più intenso rispetto ad altre varietà di cavolo.
È una pianta resistente al freddo e può essere coltivata anche in inverno.

Per il suo alto contenuto di nutrienti il cavolo nero è considerato un superfood.
È ricco di vitamina A, C e K, contiene calcio, ferro, potassio, magnesio ed è una fonte importante di flavonoidi e carotenoidi.
Per l’alto contenuto di fibre aiuta a migliorare la digestione e favorisce la sazietà.
Avendo un basso contenuto calorico è ideale per diete ipocaloriche.

Zuppa cavolo nero porri 03

Sono molteplici i benefici del cavolo nero per la salute.
Grazie alla vitamina C è un supporto al sistema immunitario e, per l’alto contenuto di vitamina K e calcio, è utilissimo per la salute delle ossa:.
Gli antiossidanti aiutano a ridurre il colesterolo e migliorare la salute del cuore
Inoltre contiene composti che riducono l’infiammazione.

Il cavolo nero è molto versatile e può essere utilizzato in diversi modi:
Crudo in insalate, frullati o smoothie.
Cotto, saltato in padella, bollito, al forno o aggiunto a zuppe e minestre.
Come condimento per pasta, risotti o piatti a base di legumi.

Zuppa cavolo nero porri 02

Il cavolo nero ha foglie lunghe, strette e di colore verde scuro, quasi bluastro, con una superficie bollosa o rugosa.
Il gusto è leggermente amarognolo e terroso, più intenso rispetto ad altre varietà di cavolo.
È una pianta resistente al freddo e può essere coltivata anche in inverno.

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Preparazione
10 minuti
Categoria: Primi

Precottura patate
10 minuti ca.
Cucina: Italiana

Cottura
45-50 minuti
Difficoltà: Facile

INGREDIENTI

(per 4 persone)
Una decina di foglie di cavolo nero
2 porri
Una patata
150-200 g di Casera Dop (1)
80-100 g di pancetta dolce a dadini
1 spicchi d’aglio
2 bicchieri d’acqua
Olio extra vergine d’oliva
Un cucchiaio di aceto bianco
2 noci di burro
Sale
Pepe

PREPARAZIONE

Sbucciare e tagliare a pezzetti la patata; farla bollire in acqua salata per una decina di minuti quindi scolare e tenere da parte.
Pulire e lavare bene i porri eliminando le foglie esterne.
Eliminare le radici e tagliarli a rondelle fino alla zona in cui diventano verde scuro.

In una padella versare l’olio extra vergine d’oliva, il burro, il porro e la pancetta a dadini. (1)
Fare soffriggere e quando il porro sarà ammorbidito versare l’aceto e farlo sfumare bene.
Aggiungere la patata a pezzi e 2-3 mestolini d’acqua. Fare sobbollire.

Nel frattempo lavare le foglie di cavolo nero, eliminare la costa centrale e tagliare grossolanamente.
Dopo una decina di minuti di cottura della zuppa frullarla per pochi secondi con il miniprimer in modo da lasciarne una parte intera.

Aggiungere le foglie di cavolo nero, mescolare e continuare la cottura coperta per altri 35-40 minuti.
Togliere dal fuoco e servire la zuppa di cavolo nero in terrine di terracotta.
Cospargere di abbondante Casera Dop grattugiato e dare un giro d’olio extra vergine d’oliva.

Accompagnare con crostino di pane leggermente abbrustolito o, come nel mio caso, con una fetta di focaccia fatta con l’impasto della pizza.

ANNOTAZIONE

(1) Si può sostituire con del grana o del pecorino romano

(2) Volendo si può soffriggere la pancetta da sola come si fa con il guanciale della carbonara, aggiungendola solo al momento dell’impiattamento lasciandola così un po’ più croccante.

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