CIBUS 2021 – Un successo

Cibus 2021 – Un successo.

Venerdì 3 settembre scorso si è conclusa l’edizione 2021 di CIBUS tenutasi, come sempre, presso la Fiera di Parma.

Dopo la pandemia che ha colpito tutto il mondo CIBUS 2021 è stata la prima fiera aperta alla presenza del pubblico ed è stato un successo. I numeri della XX edizione di Cibus parlano chiaro: duemila aziende espositrici, quasi 40mila visitatori di cui 2mila dall’estero.
Tenendo in considerazione che i principali operatori internazionali che non sono potuti intervenire, hanno inviato i loro sourcer e i loro broker  per non perdere l’opportunità di scoprire le tante innovazioni presenti in fiera e i numeri ottenuti da Cibus 2021 sono sicuramente positivi.

Tra i tanti convegni organizzati a latere di Cibus 2021, l’ultimo giorno si è tenuto il World Food Research and Innovation Forum che ha preso in esame il riflesso sulle imprese delle diverse transizioni climatiche, digitali, sociali nel corso del quale è intervenuto anche Giancarlo Giorgetti, Ministro dello Sviluppo Economico. 
Lo stesso Ministro, visitando gli stand di Cibus a Parma, ha voluto elogiare gli organizzatori.
“Quando quattro mesi fa si è scelto di fare questa fiera sorsero degli interrogativi. Come autorità politica di governo dobbiamo ringraziare tutti quelli che accettano di fare queste scommesse e permettono al Paese di vincerle”.

Da qualche anno i blogger sono, per alcuni aspetti, assimilati ai giornalisti per cui abbiamo fatto richiesta ed abbiamo ottenuto gli accrediti come stampa per l’accesso a Cibus 2021.

Il nostro interesse non è stato specifico per cui abbiamo voluto avere una visione generale concentrandoci maggiormente solo su pochi settori specifici quali, l’aceto balsamico e non, il bergamotto, i formati di pasta e la mia passione: i formaggi.

Premesso che abbiamo riscontrato una cortesia e una disponibilità inappuntabile, scusandoci per il ritardo nella stesura di questo post indipendente dalla nostra volontà, andiamo a segnalare alcuni espositori che ci hanno piacevolmente sorpreso.

Ho conosciuto questo caseificio nel settembre del 2016 quando ho partecipato a un Blog Tour organizzato dalla AIFB (Associazione Italiana Food Blogger). Un caseificio storico maremmano che data la sua nascita nel 1957 anche se si hanno tracce nei decenni precedenti. Avevo con l’occasione conosciuto i proprietari, Angela Fiorini ed il marito Simone Sergentoni, e discorrendo con loro ci dissero che il loro sogno sarebbe stato di lanciare l’azienda in ambito internazionale. Visti i risultati sotto forma di inserimento nei vari continenti e di riconoscimenti ottenuti possiamo tranquillamente dire che ci sono riusciti.
In quella visita avevo potuto apprezzare la varia produzione del caseificio e mi ha lasciato un indelebile ricordo quello che, per me, è forse il pecorino più buono da me assaggiato: la Riserva del fondatore.
Un formaggio creato da Angela e Simone e dedicato al fondatore dell’azienda, come riconoscimento per aver lasciato loro la gestione di questa prestigiosa realtà. Questo può considerarsi “il Formaggio” per antonomasia del caseificio, quello più premiato ed apprezzato dell’azienda. È ottenuto da latte ovino altamente selezionato, prodotto con gli antichi metodi della tradizione e affinato in grotta.
Nella mia visita a Cibus avrei voluto fare assaggiare questa bontà a mia moglie e, nel contempo, degustare quello che è la loro ultima creazione: il Cacio di Venere. Formaggio stagionato 8 mesi ottenuto con latte biologico selezionato con il tartufo bianchetto Toscano.
Purtroppo non ci è stato possibile assaggiarli ma sono sicuro che ci sarà altra occasione.

Tra le tante Acetaie presenti a Cibus 2021 ci ha incuriosito lo stand dell’Acetaia Castelli.
Stavamo immaginando i prezzi di quelle minuscole boccettine e spiegavo alla Manu che anni fa avevo avuto modo di visitare un’acetaia a Modena dove l’aceto balsamico tradizionale di Modena veniva invecchiato travasandolo annualmente, per 5 anni in botti sempre più piccole subendo 5 travasi.
In realtà per essere considerato invecchiato l’aceto deve subire almeno 3 passaggi.
Si è avvicinato, presentandosi, il sig. Maurizio Infantino, chiedendoci se volevamo fare un assaggio. Potevamo rifiutare?
Abbiamo cominciato con un aceto di 1 anno e poi con uno di 2. Buoni ma non eccezionali al che, il sig. Infantino, ci ha detto che ci aveva preso in giro e che quelli assaggiati erano sì aceti balsamici ma niente a che vedere con il balsamico tradizionale.
Ci ha quindi fatto assaggiare un balsamico invecchiato 5 anni e in bocca abbiamo ritrovato un esplosione di sapore.
Siamo passati ad uno invecchiato 10 anni e abbiamo visto un prodotto nerissimo e densissimo, quasi una crema.
E il sapore, ne vogliamo parlare? Abbiamo immaginato con cosa ci sarebbe stato bene. Personalmente con tutto.
Per terminare abbiamo assaggiato un balsamico all’amarena e visto che avevamo saputo che il sig. Infantino era stato invitato a degustare delle ostriche la Manu gli ha consigliato di mettere una goccia di quell’aceto. Ci sarebbe stato benissimo ma non lo convinceva, preferiva solo qualche gozzia di limone.
Mi spiace sig. Infantino ma devo darle torto. Una goccia di balsamico all’amarena su un ostrica è la morte sua. Ma che ve lo dico affà.

Piccola azienda nata nel 2014 , a Monchiero (CN) come produttrice di Nocciola Piemonte IGP delle Langhe.
Si  trova nella cornice delle Langhe sud occidentali tra le vigne di Dolcetto e Barbera nel paesaggio collinare posto alla confluenza del torrente Rea col fiume Tanaro.
I noccioleti sono stati impiantati nei comuni di Monchiero, Dogliani, Lequio Tanaro e Clavesana.
Immediatamente è nata l’idea di trasformare le nocciole prodotte in modo da esaltarne l’aromaticità, la dolcezza e il sapore unico quando si abbinano al cacao,  nelle creme, nei cioccolatini, nelle torte, nei gelati.
Tutta la produzione è controllata e certificata dall’INOQ come “Nocciola Piemonte IGP”.
La denominazione di indicazione geografica protetta garantisce ai consumatori e agli utilizzatori la qualità e l’autenticità del prodotto.
Abbiamo avuto modo di assaggiare sia le creme che i baci di dama e il giudizio di Emanuela, da consumatrice seriale di creme alla nocciola, è stato assolutamente positivo in quanto le ha trovate dolci, ma non troppo, e le nocciole si sentono distintamente .

Cascina 1

Nel 1980 la Cascina Fiume viene acquistata dalla famiglia di Tachis Antonio e vi trasferisce lasciando la vicina Cascina Isonzo alla gestione dei fratelli.
Nel 2002 ha inizio la valorizzazione dei peperoni di Carmagnola e degli ortaggi coltivati in azienda trasformandoli direttamente in apprezzate conserve.
Abbiamo avuto modo di assaggiare sia il peperone quadrato di Carmagnola in agrodolce che le pesche al Moscato d’Asti DOCG.
Il peperone quadrato di Carmagnola è fantastico in quanto l’agrodolce c’è ma non copre il sapore dolciastro di questo peperone e mette in risalto la caratteristica consistenza di questo ortaggio.
Le pesche le abbiamo promosse in quanto, anche in questo caso, il liquido di conservazione non sovrasta il sapore delle pesche.

La Spina Santa

Come detto in premessa uno dei miei interessi è il bergamotto.
Agrume che ho cominciato ad apprezzare un paio d’anni fa quando ho avuto modo di assaggiarne il succo e di venire a conoscenza delle tantissime proprietà organolettiche; pare che sia molto efficace nella riduzione del colesterolo..
Succo di un’asprezza elevatissima, praticamente impossibile da bere in purezza.
Quando ho l’opportunità di comprare il frutto ne faccio una spremuta abbinandolo alle arance. Tre arance più un bergamotto e anche così, vi assicuro, che devi amare l’aspro per apprezzarlo.
Nella zona dedicata alla Calabria c’erano diversi espositori che proponevano il bergamotto ma sono stato attirato da quello de La Spina Santa perché lo proponevano in bottiglia. Incuriositi siamo stati intrattenuti dal sig. Bruno Autelitiano che ci ha spiegato il loro ciclo produttivo e l’idea di realizzare una bibita leggermente gasata con il bergamotto. 
L’abbiamo apprezzata tantissimo perché, benché non fosse molto fredda, si è rivelata molto dissetante.
Consigliamo assolutamente di provarla.
Al termine dell’incontro il sig. Aureliano ci ha omaggiato sia della bibita che del succo di bergamotto.

Come detto eravamo interessati agli aceti nelle loro sfumature in particolare la Manu che li apprezza molto. Quando facciamo la spesa ci sono negozi che dedicano all’aceto grandi spazi con diverse varietà e alla Manu piace vedere se ci sono cose nuove e particolari. Ultimamente apprezza in particolare l’aceto al melograno ma non sempre lo si trova.
Quando siamo arrivati allo stand dell’Acetificio Aretino non abbiamo potuto non notare la grande varietà di aceti in esposizione.
Visto il nostro interesse siamo stati avvicinati da un signore di cui, colpevolmente, non ricordiamo il nome che ci ha illustrato gli aceti di loro produzione. La Manu ricordava di avere visto i loro prodotti alla Esselunga ma dopo poco tempo non erano più presenti. Ci siamo informati sulla loro distribuzione in modo da sapere dove acquistarli venendo informati che stanno cercando di trovare delle GDO più confacenti alla loro dimensione in quanto, ad esempio Esselunga, sono troppo grosse per la dimensione della loro produzione e sarebbero in difficoltà a servirle costantemente visto che comunque viene anche richiesto di destinare una parte produzione per i loro marchi.

Abbiamo trascorso un gradevolissimo quarto d’ora in piacevole conversazione.

La porchetta marchigiana è stata una bella sorpresa. Azienda nata circa 40 anni fa si è evoluta nel tempo aumentando produzione e tipologie di prodotto tenendo sempre un occhio di riguardo alla qualità degli ingredienti e della loro trasformazione.
Nel loro stand facevano bella presenza la gamma dei loro prodotti: varie tipologie di porchetta, il roastbeef, il prosciutto alla griglia, lo stinco di maiale, l’arrosto di vitello, la fesa di tacchino porchettata e molto altro.
Abbiamo avuto la possibilità di assaggiare la porchetta croccante, il roastbeef, il prosciutto alla griglia e il tacchino porchettato.
Tutti straordinari; nessuno ci ha deluso e ho apprezzato moltissimo il roastbeef, davvero saporito e succulento, e il tacchino porchettato, una preparazione che eleva una carne di per se abbastanza difficile da rendere gustosa.
Personalmente mi sarei fermato ad oltranza.
Avrei voluto fare domande su cotture e conservazione ma, nello stand, erano presenti moltissime persone. Comunque ho visitato il loro sito ed ho trovato le risposte ad alcune mie domande.

Burroliva

Lo stand di Burroliva siamo andati a cercarlo specificatamente perché era stato presentato in televisione il giorno stesso dell’apertura di Cibus 2021 e perché una nostra amica non può utilizzare il burro e deve, necessariamente, utilizzare l’olio o la margarina.
Produttore d’olio da quattro generazioni Filippo Pompili Ferrari, nel 2014, , sviluppa un “burro” all’olio di oliva per il mercato sudamericano. Con il tecnologo Eraldo Rossi decide di sviluppare una materia prima con le funzionalità meccaniche di una margarina ed i plus nutrizionali dell’olio di oliva. 
Al loro stand siamo stati accolti dal sig. Matteo Rossi, responsabile di stabilimento che ci ha dato diverse indicazioni sul prodotto e sulle sue qualità organolettiche che ne fanno una guida in questo settore in continua evoluzione.
Avremmo voluto comprarne una confezione per provarne la reale efficacia in alcuni piatti ma non è stato possibile. Ci auguriamo di trovarlo presto in commercio, pare sia per quest’autunno, per testarlo e, eventualmente, consigliarlo alla nostra amica.

Concludendo possiamo dire che è stata una bella esperienza che ripeteremo sicuramente il prossimo anno in primavera visto che Cibus 2022 si terrà dal 4 al 7 maggio 2022, magari cercando di curare meglio settori che necessariamente quest’anno abbiamo visitato a volo d’uccello.

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