'O spaghetto cà pummarola. Spaghetti al pomodoro. Probabilmente il più semplice piatto di pasta conosciuto in tutto il mondo. Questa versione ha, in aggiunta, la seppia tagliata a striscioline sottili, i capperi e la menta.
Alzi la mano chi non ha mai preparato ‘O spaghetto cà pummarola, la pasta al pomodoro?
Lasciamo le passate ed i pelati per altre preparazioni perché questo è un piatto semplice e di gran gusto da preparare assolutamente con il pomodoro fresco.
A ‘o spaghetto cà pummarola mi ricorda quando ebbi l’occasione di mangiarlo a Napoli in una piccola trattoria vicino alla Stazione Centrale.
Era settembre del 1984 ed eravamo in viaggio di nozze. Arrivati in treno al mattino, dovevamo imbarcarci nel primo pomeriggio sul jumbo aliscafo con destinazione l’isola di Vulcano nelle Eolie.
Verso mezzogiorno, mentre camminavamo in una delle tante viuzze che ci sono in fondo a Corso Umberto I, vedemmo un signore piuttosto tarchiato, pelato, un po’ Lino Banfi per capirci, che in napoletano ci invitava ad entrare nel suo locale.
Ci ispirò immediatamente simpatia ed entrammo. Il locale era davvero piccolo; c’erano 4 o 5 tavolini, un bancone con il ripiano in marmo e dietro, la cucina bella in vista, regno incontrastato di una signora di età avanzata, probabilmente la madre.
Ci chiese da dove venivamo e perché eravamo a Napoli e, dopo aver ottenuto risposta alle sue domande e saputo che per ambedue era la prima volta che passavamo da quella città ci disse: “Signorè allorà nun potetè nun magna’ ‘o spaghetto cà pommarola“.
Chiaramente li ordinammo e, come secondo, ci consigliò un buon fritto misto.
La signora in cucina, davanti ai nostri occhi, mentre bolliva l’acqua, versò dell’olio d’oliva in una padella con qualche spicchio d’aglio e si mise ad tagliare a pezzetti piccolissimi i pomodori pelati.
Aggiunti i pomodori nella padella gettò la pasta quindi mise a scaldare l’olio d’oliva in un’altra padella per il fritto misto.
Nel frattempo prese dal frigorifero, un normalissimo frigorifero come quelli di casa, calamari, seppie, gamberi e pesciolini e li passò velocemente nella farina.
Quando gli spaghetti furono quasi cotti li fece saltare nella padella con il sugo e mentre noi li gustavamo fece la frittura.
Ci gustammo un classico pranzetto “sciuè sciuè” ed a Napoli lo sciuè sciuè è un’arte.
Ora, chiaro che ero in un momento della vita dove vedi quasi tutto rosa, vero che stavo con la persona di cui ero innamorato ma, al netto di tutto questo, posso ben dire di aver mangiato una delle paste più buone della mia vita e, questo assolutamente, il miglior fritto misto.
Di questo ‘o spaghetto cà pummarola ho voluto farne una mia interpretazione con l’aggiunta delle seppie, dei capperi, della menta e, soprattutto, ho mantecato tutto con il burro.
Nella preparazione di questa ricetta l’ideale sarebbero i pomodorini del piennolo del Vesuvio DOP ma, non trovandoli, ho utilizzato dei pomodori datterini.
Comunque si possono utilizzare anche altre tipologie l’importante è che siano freschi.
Per altre ricette con pasta secca potete vedere questa pagina.
Preparazione
10 minuti
Categoria: Primi
Cottura condimento
12-13 minuti
Cucina: Napoletana
Cottura Spaghetti
11 minuti
Difficoltà: Facile
INGREDIENTI
(per 4 persone)
4-5 spicchi d’aglio
PREPARAZIONE
Un paio di giorni prima versare in una ciotolina 2-3 cucchiai di olio evo, tritare finemente la menta, aggiungerla e lasciare in infusione fino all’utilizzo.
Lavare seppie, tenere solo il corpo eliminando le teste (1) e ricavarne delle striscioline di sezione appena più grossa di quella degli spaghetti quindi metterli da parte in una ciotolina.
Tagliare in 4 i datterini in modo da ricavarne una dadolata con pezzetti piuttosto piccoli.
Nel frattempo, fare bollire abbondante acqua leggermente salata (2).
Nel frattempo mettere sul fuoco una padella con l’olio evo e gli spicchi d’aglio in camicia.
Aggiungere i capperi dissalati con la dadolata di pomodorini e fare cuocere a fiamma vivace.
Gettare lo spaghetto.
Abbassare la fiamma della padella dei pomodorini, aggiungere il burro e fare sciogliere. (3)
Una volta sciolto aggiungere parte della ricotta salata e mescolare il tutto in modo che il formaggio non si rapprenda ma si sciolga il più possibile.
Deve formarsi una sorta di crema. (4)
Quando mancano 4-5 minuti al termine della cottura della pasta aggiungerla alla salsa con le strisce di seppia.
Versare una parte dell’olio alla menta quindi amalgamare bene tutti gli ingredienti completando la cottura della pasta aggiungendo, se necessario, dell’acqua di cottura.
Servire lo spaghetto ben caldo mettendolo al centro del piatto. Lasciare cadere intorno delle gocce di olio alla menta e di sughetto di pomodoro con qualche cappero.
Completare con la ricotta salata grattugiata e delle foglie di menta. (5)
ANNOTAZIONI
(1) Le teste vanno eliminate dalla ricetta ma non buttatele.
Possono essere utilizzate in un fritto misto o, con altri pesci e molluschi, per preparare un fumetto.
(2) Fare molta attenzione perché la ricotta ed i capperi sono già saporiti.
(3) Nella ricetta originale il burro, prodotto molto più utilizzato al nord, non è assolutamente previsto.
(4) Se necessario aggiungere dell’acqua di cottura della pasta.
(5) Nelle foto non c’è traccia della ricotta salata grattugiata perché mia moglie, il formaggio, lo accetta nel condimento ma non distribuito sopra.
Lo so. È un mondo difficile.
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