Risotto ispirato al film Bianco, rosso e Verdone. Un semplicissimo risotto alla parmigiana variato poi con cavolo nero e concentrato di pomodoro per declinare i 3 colori richiamati nel film.
Con questa ricetta partecipo al Clan del risotto del venerdì.
Questa settimana il tema è il cinema.
“Bianco, rosso e Verdone” è un film del 1981, scritto, diretto ed interpretato da Carlo Verdone.
Il titolo prende riferimento dai colori della bandiera italiana: bianco, rosso e verde.
Il film è una commedia che racconta le vicende di tre personaggi, interpretati tutti da Carlo Verdone, che si chiamano tutti Mario.
Questi personaggi, molto diversi tra loro, rappresentano tre diverse regioni italiane.
Il primo “Mario” è un milanese imbranato e maldestro, il secondo è un poliziotto romano un po’ pasticcione, mentre il terzo è un contadino pugliese molto ingenuo.
I tre si trovano coinvolti in una serie di situazioni comiche mentre viaggiano attraverso l’Italia durante le elezioni politiche del 1980.
Il film è noto per il suo umorismo surreale e per la brillante interpretazione di Carlo Verdone nei tre ruoli principali.
“Bianco, rosso e Verdone” è diventato un classico della commedia italiana e ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico fin dal momento della sua uscita.
Come detto il titolo del film prende riferimento dai colori della bandiera italiana che sono presenti anche nello stemma di quella che è riconosciuta come una delle formazioni aeree acrobatiche militari più famosa al mondo: la P.A.N. – Pattuglia Acrobatica Nazionale – Frecce Tricolori
La storia delle Frecce Tricolori ha radici negli anni ’50, un periodo in cui diverse nazioni iniziarono a formare squadre acrobatiche per dimostrare le abilità dei loro piloti e promuovere l’immagine delle forze aeree.
Inizialmente questi compiti di rappresentanza venivano assegnati a stormi diversi e ne fecero parte i Getti Tonanti e le Tigri Bianche, il Cavallino Rampante, i Diavoli Rossi ed i Lancieri Neri tutti con varie versioni dell’F-84.
La nascita delle Frecce Tricolori risale al 1º marzo 1961, quando fu costituito il 313º Gruppo Addestramento Acrobatico presso la base aerea di Rivolto, in Friuli Venezia Giulia, Italia.
Il comandante di questo nuovo gruppo fu il Tenente Colonnello Mario Squarcina proveniente dai Diavoli Rossi.
Inizialmente, il gruppo era in una formazione di 4+1 ed utilizzava gli aerei F-86 Sabre e nel 1963 passò ai Fiat G91 PAN, un caccia bombardiere leggero.
Il 23 settembre 1964, durante la Festa dell’Aria a Rivolto, la formazione fece la sua prima apparizione ufficiale, esibendosi sotto il nome di “Frecce Tricolori“.
Da allora, le Frecce Tricolori sono diventate una delle pattuglie acrobatiche più famose al mondo ed è l’unica ad esibirsi nella formazione di 9 aeroplani + il solista.
Nel corso degli anni, le Frecce Tricolori hanno utilizzato diversi modelli di aeromobili, passando dai Fiat G91 PAN agli MB-339A/PAN, che sono ancora in servizio oggi in attesa dell’arrivo, probabilmente il prossimo anno, degli M-345, biposto da addestramento, sempre della Alenia-Aermacchi.
La pattuglia è famosa per le sue spettacolari esibizioni che includono acrobazie complesse e figure di volo coordinate. Oltre a esibirsi in Italia durante eventi aerei e feste nazionali, le Frecce Tricolori hanno partecipato a numerose manifestazioni internazionali, guadagnandosi una reputazione di eccellenza nel mondo delle pattuglie acrobatiche.
Le Frecce Tricolori svolgono un ruolo importante nella promozione dell’orgoglio nazionale italiano e nell’incoraggiare l’interesse per l’aviazione. La loro lunga storia di successi e il loro stile di volo distintivo le rendono una presenza iconica nei cieli italiani e oltre.
La passione per gli aeroplani e tutto ciò che vola è dentro di me fin dalla nascita.
La mia infanzia l’ho vissuta a pochi km dall’aeroporto della Malpensa, che non era ancora diventata l’attuale importante hub ma che aveva comunque un buon traffico internazionale, e mio nonno mi partava spessissimo a vedere gli aeroplani che decollavano ed atterravano.
Per completare il quadro, i terreni della cascina di mio nonno (Cascina Stella) confinavano con quelli della Cascina Costa divenuta famosa in tutto il mondo grazie alle motociclette MV Agusta portate al successo da Giacomo Agostini.
Oltre alle motociclette venivano prodotti anche gli elicotteri Agusta, su licenza dell’americana Bell, e spesso li vedevo in volo quando venivano testati.
E non solo. I miei nonni materni abitavano al secondo ed ultimo piano di una casa popolare a Vergiate che si trovava proprio a lato del rateo di discesa degli aereoplani che atterravano nel piccolo aeroporto della SIAE Marchetti.
Nell’avvicinamento, sia quelli dell’aeroclub sia quelli militari, passavano così vicino che si distingueva chiaramente il pilota.
Adoravo particolarmente i Fairchild un aereo da trasporto con il doppio timone di coda che faceva un rumore pazzesco.
Comunque tutta la zona del varesotto è sempre stata un nodo centrale nelle produzioni aeronautiche italiane: dalla Caproni di Vizzola Ticino (dove ora c’è l’aeroporto internazionale della Malpensa ed il Museo Volandia), alla SIAE Marchetti di Vergiate, oggi Leonardo, all’Aermacchi ora Alenia-Aermacchi di Venegono Inferiore.
Ero piccino, probabilmente nel 1968, quando vidi per la prima volta le Frecce Tricolori.
Si esibirono al termine di una manifestazione aerea annuale che si teneva a Vergiate e che vidi sulla terrazza della casa di mio zio.
Fu amore a prima vista.
Da allora non ricordo un anno (chiaramente a parte i due anni di COVID) in cui non abbia visto almeno un’esibizione delle Frecce in quasi tutta l’alta Italia.
Ero presente anche al Lido di Venezia ad agosto del 1982 quando debuttarono con il nuovo aereoplano, l’MB339 PAN abbandonando il mitico ma ormai obsoleto Fiat G91.
Questa passione l’ho trasmessa a mia figlia Rossella che spesso mi accompagna a queste manifestazioni.
Quest’anno, a settembre, a Desenzano del Garda, ho portato anche il mio nipotino Sandro di 3 anni che promette bene.
Il risotto che dovva rappresentare il film Bianco, rosso e Verdone e le Frecce Tricolori doveva quindi avere i colori della bandiera italiana.
Ho preparato una base di risotto alla parmiggiana che poi ho diviso in 3 colorandolo con una crema di cavolo nero e del concentrato di pomodoro con aggiunta di peperoncino.
Per la presentazione avevo pensato di fare una sorta di coccarda tricolore come quella che veniva dipinta sulle ali degli aeroplani ma l’idea non mi soddisfaceva.
Fare delle frecce era complicatissimo per cui ho scelto di fare proprio un richiamo alla bandiera.
Qui potete trovare altri risotti, compresi quelli realizzati per il Clan del risotto del venerdì.
Preparazione
10 minuti
Categoria: Primi
Cucina: Italiana
Cottura risotto
18 minuti
Difficoltà: Facile
INGREDIENTI
(per 4 persone)
320 g di riso Carnaroli
50 g di Grana Padano
1,2 l di brodo
1/2 bicchiere di vino bianco secco
10-12 foglie di cavolo nero
2 cucchiai di concentrato di pomodoro
Peperoncino in polvere
100 g di burro
50 g di Grana Padano grattugiato
Olio extra vergine d’oliva qb
Sale qb
Pepe qb
PREPARAZIONE
Pulire le foglie di cavolo nero, togliere la costolatura centrale (1) e scottarle un paio di minuti in acqua salata quindi scolarle ed immergerle in acqua ghiacciata.
Frullarle aggiungendo un poco di acqua ed un filo di olio evo; tenere in caldo la crema.
Grattugiare il Grana Padano e tenerlo da parte.
Mettere sul fuoco una pentola con un filo di olio evo e quando caldo versare il riso e tostarlo molto bene.
Versare mezzo bicchiere di vino bianco, lasciar evaporare l’alcool molto bene mescolando di continuo.
Tenendo sempre bagnato il riso, portarlo a cottura.
Nel frattempo, in un pentolino, tenendo la fiamma bassa, fare scaldare il concentrato di pomodoro con l’aggiunta di un poco di peperoncino.
Quando mancheranno un paio di minuti al termine della cottura del riso aggiungere metà del Grana Padano ed amalgamare bene.
Una volta cotto il riso, controllare la sapidità ed eventualmente aggiungere del sale, toglierlo dal fuoco e lasciarlo riposare un paio di minuti coperto da un panno e dal coperchio della pentola.
Aggiungere al risotto il burro freddo a cubetti, meglio se passato qualche minuto in freezer ed il grana grattugiato rimanente.
Mantecare fuori dal fuoco fino ad ottenere la classica onda.
Prelevare un terzo del risotto e versarlo in una ciotola calda, aggiungere la crema di cavolo nero ed amalgamare bene il tutto.
Fare la stessa cosa con un altro terzo del risotto e condirlo con il concentrato di pomodoro al peperoncino.
Impiattare in un piatto piano ben caldo tenendo bene distinte le tre parti di risotto, bianco, rosso e … Verdone.
Consiglio di mangiare il risotto componendo dei bocconi con le tre tipologie di risotto insieme.
ANNOTAZIONE
(1) Mettete gli scarti del cavolo nero nel brodo vegetale utilizzato per la cottura del risotto.